Ieri sera riflettevo su questa cosa delle etichette. Perché continua a suonarmi male questa necessità di definire precisamente la professionalità da riportare nel biglietto da visita?
Poi ho ripensato a Lorenzo che sul palco di Italia's Got Talent ha esordito dicendo "nella vita faccio il poeta".
É partito da quella etichetta tronfia che faceva a pugni col contesto per poi travolgere con la sua performance il concetto di poesia che se ne stava buono buono e impolverato dentro la nostra testa.
Ma quella cosa lì non è fare poesia.
Quella cosa lì è il fare poesia di Lorenzo Maragoni.
È il sunto del Lorenzo che ha un dottorato in Statistica ma si è pure diplomato come attore all'Accademia del Teatro Stabile del Veneto;
del Lorenzo regista che quando dice flashback te lo fa fare davvero un salto carpiato all’indietro anche se sei a teatro;
del Lorenzo formatore che entra sempre in punta di piedi, azzerando le aspettative, ma dopo poche decine di minuti parte la magia e ogni cosa che tocca diventa fonte di creatività.
La sua performance è la sintesi di un amore maniacale per le parole, per il ritmo, per lo stare in ascolto. É così preziosa perché preziosa è la sua storia.
Quindi, tornando alle etichette, non ce ne sarà mai una che restituisca onore a strati e strati di esperienze. Ma ce ne sarà sicuramente una che ci diverte indossare oggi, un puntino dal quale far partire la vera narrazione.
Per l'ennesima volta, grazie @lorenzo.maragoni ❤️
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