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Il CONTATTO mamma/figli*

Servono parole giuste. Parole oneste che restituiscano valore.

Mamme si diventa, o almeno io lo sono diventata. Non è bastata la gravidanza, non è servito neppure il parto. I primi giorni sono stati un insieme di riflessi incondizionati e gesti istintivi ma allo stesso tempo insicuri. Quel corpicino era come una sorta di placenta posizionata all’esterno. Una parte del tuo corpo che appoggi lentamente sulle rive del mondo.

Il momento che ha sconquassato la mia anima è arrivato dopo, quando è emersa in lei la volontà e si è accompagnata al movimento. Quando abbiamo iniziato ad essere due e lei ha cercato il mio contatto.

Ecco CONTATTO, quella cosa che le definizioni inquadrano come accostamento di due corpi fino a toccarsi. Quando un bambino ti si koalizza addosso lo fa per respirare con te, per annientare il tuo interesse verso qualsiasi altra cosa, per portare il tuo cuore a battere al ritmo migliore per cullarlo e tranquillizzarlo.

E’ totalizzante ed è appagante. É una fusione nucleare.


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